CASSAZIONE N. 8433/2020: CONFERMATA LA TUTELA AUTORALE PER I CONCEPT STORE DI KIKO

13/05/2020

La Prima Sezione della Corte di Cassazione ha confermato la configurabilità di un diritto d’autore di un progetto o un’opera di arredamento di interni quale opera dell’architettura a condizione che ricorrano una serie di caratteristiche ovvero una progettazione unitaria, uno schema in sé definito e visivamente apprezzabile, una chiara chiave stilistica, ovvero l’impronta personale dell’autore.

 

La decisione pone fine al contenzioso tra due note aziende attive nel settore della produzione e commercializzazione di cosmetici ovvero KIKO e WYCON: La prima aveva agito in giudizio contro la concorrente lamentando che questa avesse ripreso indebitamente l’aspetto dei propri concept-store progettati da uno studio di architettura su sua commissione, così violando i propri diritti d’autore sul progetto e commettendo atti di concorrenza sleale, anche per l’identica ripresa di altri elementi, quali l’abbigliamento e accessori delle commesse, il format del sito web, le promozioni commerciali e i prodotti elaborati dalla stessa.

Con la sentenza n. 11416/2015, il Tribunale di Milano aveva già riconosciuto il carattere creativo e originale del progetto dei punti vendita dell’attrice, sottolineando che la scelta, la combinazione e la conformazione degli elementi di arredamento utilizzati dall’attrice presentavano sufficienti elementi di creatività, in quanto non imposti dal problema tecnico che l’autore voleva risolvere, tali da rendere originale e creativo il progetto di architettura. Il danno subito da KIKO è stato quantificato in Euro 700.000,00. La liquidazione ha tenuto conto dell’importo pagato da KIKO per la realizzazione del progetto, moltiplicato per 10. Dopo la conferma in sede di appello, WYCON aveva proposto ricorso in Cassazione, motivandolo anche con l’errata quantificazione dei danni subiti da KIKO.

Con la sentenza 8433 del 30 aprile 2020, La Corte di Cassazione si è soffermata sulla censura sollevata dalla ricorrente secondo cui un concept-store non sarebbe tutelabile come opera dell’architettura, ai sensi dell’art. 2 n. 5 l.a., in quanto difetterebbe l’individuazione di una superficie di immobile specifica, in cui l’opera dovrebbe incorporarsi, e l’organizzazione di tale spazio mediante elementi strutturali fissi.

La Corte, nel ritenere parzialmente infondato il motivo, ha ricordato che l’opera dell’ingegno è protetta dall’ordinamento purché presenti un elemento o una combinazione che sia originale, frutto della creatività, così da potersi identificare, pur inserendosi in un genere assai diffuso, per essere un prodotto singolare dell’autore e da poter essere individuata tra le altre analoghe. La nozione di architettura comprenderebbe quindi quell’attività “rivolta alla creazione e modificazione degli spazi per renderli fruibili all’uomo”, anche nell’organizzazione degli interni.
Muovendo da questi presupposti, la Corta ha affermato che “in tema di diritto d’autore, un progetto o un’opera di arredamento di interni, nel quale vi sia una progettazione unitaria, in uno schema in sé visivamente apprezzabile, che riveli una chiara «chiave stilistica», di singole componenti organizzate e coordinate per rendere l’ambiente funzionale ed armonico, ovvero l’impronta personale dell’autore, è proteggibile come progetto di opera dell’architettura, ai sensi dell’art.5 n. 2 I.a. («i disegni e le opere dell’architettura»), a prescindere dal requisito dell’inscindibile incorporazione degli elementi di arredo con l’immobile, non presente nella suddetta disposizione, o dal fatto che gli elementi singoli di arredo che lo costituiscano siano o meno semplici ovvero comuni e già utilizzati nel settore, purché si tratti di un risultato di combinazione originale, non imposto da un problema tecnico-funzionale che l’autore vuole risolvere”.
Per quanto riguarda la liquidazione del danno, la Corte ha cassato la sentenza impugnata rinviandola in Corte d’Appello per una nuova quantificazione. Secondo quanto rilevato dalla Corte, la quantificazione del danno operata dai Giudici di merito sarebbe arbitraria.
Questa decisione riveste particolare importanza non solo per gli studi di architettura e design di interni, ma anche per tutti gli imprenditori che investono risorse nella creazione di un ambiente all’interno dei propri negozi, spinti dall’idea che il momento dell’acquisto possa essere un’esperienza a 360 gradi per i propri clienti, esperienza che parte proprio dagli arredamenti dei propri punti vendita.

Paolo Passadori