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2/08/2023
MARCHI EUROPEI E GREENWASHING
È ormai noto il fenomeno del greenwashing che consiste in strategie di marketing perseguita da imprese che presentano come ecosostenibile il proprio business, attraverso l’accostamento di qualità impattanti positivamente sull’ambiente ai propri prodotti, senza evidenze scientifiche. Allo scopo di contrastarne la crescita, anche nell’ottica dell’evidente aumento dei depositi di c.d. green trademarks (cfr. https://euipo.europa.eu/tunnel-web/secure/webdav/guest/document_library/observatory/documents/reports/2023_Green_EUTM_report_update_2022/2023_Green_EUTM_report_2022_update_FullR_en.pdf) l’EUIPO e gli uffici marchi nazionali hanno iniziato a svolgere una valutazione più attenta della descrittività e decettività dei segni anche sotto questo punto di vista. In questa prospettiva non sono state considerate registrabili domande di marchio come “greenline” e “carbon green”. Va anche segnalato che è stata recentemente approvata la proposta di una direttiva dell’Unione Europea che prevede di vietare l’uso di indicazioni ambientali generiche come “rispettoso dell’ambiente”, “naturale”, “biodegradabile”, “neutrale dal punto di vista climatico” o “ecologico”. Ciò in ottica di rendere più efficace la tutela dei consumatori e delle imprese che investono nel settore green. Per dettagli si veda il testo completo della proposta di direttiva dell’Unione Europea n. 85/2023 al seguente link https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=COM%3A2023%3A0166%3AFIN