L’ITALIA É LA NAZIONE EUROPEA PIÙ COLPITA DALLA CONTRAFFAZIONE, A DETTA DI UN RECENTE STUDIO DELL’OECD ./. EUIPO.

21/04/2017

Un recente studio pubblicato dall’OECD in collaborazione con l’EUIPO pubblica i dati sull’impatto economico e sociale del commercio di prodotti pirata e contraffatti nelle maggiori economie dei Paesi sviluppati. Le società italiane sono le più colpite tra quelle europee a causa delle attività illecite di pirateria e contraffazione.


 

L’Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo (OECD) unitamente all’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale hanno pubblicato un recente studio sull’impatto economico e sociale del commercio di prodotti contraffatti e pirata nell’ambito dell’Unione Europea. I dati analizzati dagli Uffici Europei mostrano chiaramente che l’Italia, subito dopo gli Stati Uniti d’America, è la nazione più colpita dal commercio di prodotti pirata e contraffatti.

Gli Uffici europei hanno analizzato le risultanze di oltre un milione di sequestri di prodotti pirata e contraffatti effettuati dagli uffici doganali di tutto il mondo nel periodo 2011/2013. Le principali banche dati che sono state attinte per la realizzazione del presente studio sono state quelle fornite dall’Organizzazione Mondiale delle Dogane (WCO), dal Direzione Generale per la Fiscalità e l’unione Doganale (DG TAXUD) e dal Dipartimento della Sicurezza Interna degli Stati Uniti d’America (DHS). Sono state inoltre condotte numerose interviste ad esperti nel commercio e nella protezione doganale.

Dallo studio emerge che nel 2013 le vendite dei prodotti contraffatti abbiamo superato il 2.5% delle vendite mondiali si prodotti per un equivalente di circa 461 miliardi di dollari. Per quanto riguarda l’Unione Europea, nel 2013 i prodotti pirati e contraffatti rappresentano oltre il 5% delle importazioni, pari a 85 miliardi di euro. Ne deriva che, sempre sulla base dei dati raccolti, l’impatto della contraffazione e della pirateria sull’economia dei Paesi sviluppati (come quella dell’Unione Europea), è doppio rispetto al resto del mondo. Una vasta gamma di prodotti è stata oggetto delle attività di contraffazione e pirateria. Dall’analisi dei dati effettuata emerge che qualsiasi prodotto al quale gli asset IP potrebbero conferire un valore aggiunto è divenuto un bersaglio della contraffazione. Tra i prodotti più attaccati vi sono i prodotti del lusso (come orologi, profumi e oggetti in pelle) oltre che i prodotti di consumo di massa (come i giocattoli, i prodotti farmaceutici, i cosmetici e gli alimentari).

La maggior parte dei brand sono vittima della contraffazione. Tuttavia il dato allarmante è rappresentato dal fatto che nell’Unione Europea le società italiane sono le più colpite dal fenomeno, subito dopo le società statunitensi a livello mondiale. Il dato prevedibile è invece rappresentato dal fatto che la Cina è il maggior esportatore di prodotti contraffatti verso l’Unione Europea. Non solo. I prodotti contraffatti in ingresso in Unione Europea seguono rotte sempre più diversificate e complesse, sfruttando stazioni di transito in cui non vi è possibilità per il titolare del diritto violato di intraprendere efficaci ed immediate azioni a tutela del diritto. Ciò da un lato è dovuto all’abilità dei contraffattori di camuffare l’originale punto di partenza della merce e dall’altro dal rimpacchettamento e dalla rietichettatura dei prodotti. Inoltre vi è da considerare che mentre i prodotti importati sono generalmente oggetto di ispezioni accurate da parte delle autorità doganali locali, le merci in transito fuoriescono dall’oggetto dell’ispezione e pertanto è meno probabile che vengano intercettate. Le stazioni predilette per le rotte della contraffazione mondiale sono rappresentate da Hong Kong, Cina ed Emirati Arabi Uniti.